|||
Archivio comunale | Archivio Storico Civico Pavia

Archivio comunale (1941 - 1950)

Archivio

Consistenza: 627 cartelle

Abstract:

La documentazione si trova collocata negli archivi di deposito di palazzo Mezzabarba. Dopo l'analisi delle 627 cartelle e relative schedatura, si conferma l'ipotesi iniziale per cui queste carte sarebbero da ricongiungere alla documentazione presente in biblioteca Bonetta. Tutte le cartelle sono ordinate a scaffale e presentano un numero di corda progressivo. Sul dorso è presente la segnatura archivistica: sezione, cartella, lettera, serie e sottoserie (cartelle). La documentazione è stata organizzata sulla base del titolario di classificazione Astengo, in parte modificato. L'archivio è organizzato per categorie aperte fino al 1950 compreso e sono utilizzati spesso documenti di recupero, per esempio le tessere annonarie.
Per la schedatura di riferimento è stata considerata la singola cartella (singola sottoserie) che si è proceduto ad analizzare e descrivere. La maggior parte della documentazione risulta organizzata all'interno delle cartelle in fascicoli che riportano la classificazione, il titolo e i numeri di protocollo presenti all'interno della pratica. Non tutte le cartelle riportate nel titolario di classificazione sono presenti e la mancanza è stata segnalata nelle note.

Nel 1921, Pavia fu teatro di eventi che segnarono l'inizio di un lungo periodo di fermento politico. Il 12 febbraio si svolse il primo congresso provinciale del Movimento comunista pavese, nella Casa del Popolo di Porta Calcinara, mentre il 19 febbraio nacque il giornale Il Popolo, che rappresentava il fascismo locale. Un evento tragico si verificò il 21 aprile dello stesso anno, quando Ferruccio Ghinaglia, dirigente della federazione pavese del Partito Comunista, fu ucciso presso il Ponte Coperto. Questo omicidio segnò la crescente tensione politica che stava caratterizzando la città. Nel giugno dello stesso anno, Pavia assistette all'inaugurazione del Nuoto Pubblico Pavese, una struttura che si trovava sulla riva sinistra del fiume Ticino. Inoltre, in ottobre venne costituito lo IACP (Istituto Autonomo per le Case Popolari), e a novembre fu istituito il Fascio Universitario, segnando l'influenza crescente del fascismo nelle istituzioni cittadine. Il 1922 vide l'instaurarsi del commissariamento della Provincia, con Giuseppe Poidomani nominato commissario. In quello stesso anno, la città di Pavia vide la nascita dell'officina Alfredo Dainotti & C., che si occupava della produzione di automobili. Fu completato anche il Palazzo delle Poste, progettato da Ottorino Modesti. A livello culturale, fu inaugurato il monumento agli studenti caduti nella prima guerra mondiale, nel cortile dell'Università, realizzato dallo scultore Alfonso Marabelli. La morte di Torquato Taramelli, geologo e patriota garibaldino, segnò anche la fine di un'epoca nella scienza e nella cultura pavese. Nel 1923, la città di Pavia e la provincia furono caratterizzate da ulteriori riorganizzazioni amministrative. Il Comune di Bobbio fu suddiviso tra la provincia di Piacenza e quella di Genova. Cesare Forni fu eletto presidente della Provincia, ma il suo incarico durò solo pochi mesi. Questo periodo vide anche il completamento di importanti opere pubbliche, come il restauro di Porta Nuova e la riapertura al culto della chiesa di Maria in Corte Cremona. Nel 1924, Pavia vide l'elezione di Mario Baratta a presidente della Provincia, una carica che mantenne fino al 1927. Fu un anno importante anche per la vita culturale della città, con la fondazione della Società Corale Giuseppe Verdi, con il maestro Achille Pietra come primo direttore. Questo periodo vide anche la nascita del Fascio femminile e il completamento di numerosi progetti pubblici, tra cui la restaurazione della chiesa di Maria in Corte Cremona. Nel 1925, Pavia accolse la visita di re Vittorio Emanuele III. Nel 1926, la città fu scossa dalla morte del medico e biologo Camillo Golgi, premio Nobel per la medicina nel 1906. Inoltre, venne inaugurato l'Idroscalo da Benito Mussolini, segnando l'inizio di una nuova era per la città. Un altro evento di rilevo fu la morte a Pavia di Luigi Robecchi Bricchetti, figura importante della cultura locale. Nel 1927, Pavia vide l'elezione di Primo Zozzoli come presidente della Provincia e la costituzione della figura del Podestà, che consolidò il controllo fascista sulla città. La città continuò a crescere, con la realizzazione del Palazzo della Camera di Commercio, progettato dagli architetti Antonio Vandone e Ernesto Aleati. Il 17 ottobre 1927, aprì anche il Cinema Teatro Politeama Principe Umberto, un altro segno della vivacità culturale della città. Nel 1929, Pavia fu protagonista di eventi di portata internazionale, come il raid motonautico Pavia-Venezia, che segnò un importante traguardo nelle competizioni sportive e tecniche della città. Fu anche l'anno dell'inaugurazione dello stadio comunale e del completamento del Palazzo dell'Agricoltura. Nel 1930, Pavia assistette all'avvio ufficiale delle attività dell'Idroscalo, con l'arrivo del primo volo passeggeri. Negli anni successivi, la città vide crescere l'importanza della Motonautica Pavese e il ritorno dei monaci certosini alla Certosa di Pavia. Nel 1932, Pavia fu teatro dell'inaugurazione del Policlinico San Matteo da parte di Benito Mussolini. In questo periodo, la città si distinse anche per lo sviluppo delle sue strutture sanitarie e culturali, con la nascita del Museo per la Storia dell'Università, che sarebbe stato inaugurato nel 1936. Nel 1935, i fascisti distrussero il monumento a Felice Cavallotti. Il 1936 fu un anno di importanti realizzazioni urbanistiche e culturali. La città vide la realizzazione della nuova sede dell'Istituto Bordoni e il completamento di importanti opere pubbliche, come la restaurazione e l'ampliamento di strutture cittadine. Sempre nel 1936, fu conclusa la costruzione del Sacrario Fascista, annesso alla restaurata chiesa di Santa Maria alle Cacce. Sempre nel 1936, un altro importante cambiamento fu l'abbattimento di Porta Cavour, storica porta cittadina. Al suo posto, nel 1939, venne collocata la statua di Minerva, opera dello scultore Francesco Messina. Nel 1936, il 29 febbraio, compì l'ultimo viaggio il treno a vapore che univa Pavia a Milano, un segno della fine di un'epoca per i trasporti ferroviari locali. Sempre in quel periodo, fu inaugurato il nuovo convento dei frati minori presso Santa Maria in Canepanova, un importante centro religioso della città. Nel 1937, venne completato il Palazzo degli Uffici Comunali, progettato da Carlo Morandotti, annesse a Palazzo Mezzabarba. Questo periodo vide anche la realizzazione di numerosi monumenti fascisti, tra cui la statua di Augusto, inaugurata ad ottobre e posta antistante la piazza del Municipio, una copia della statua originale di Roma in Via dell’Impero. Inoltre, il ministro della Pubblica Istruzione inaugurò la statua del Regisole in Piazza del Duomo, un simbolo che rievocava la grandezza storica di Pavia. Nel 1938, fu completato l'edificio che ospitava il comando della Gioventù Italiana del Littorio e la caserma dei Giovani Fascisti, che sarebbe poi diventato sede del Collegio Universitario per Stranieri, voluto da Luigi Robecchi Bricchetti (oggi sede del Collegio Universitario Cardano). Inoltre, fu inaugurato il dispensario antitubercolare e vennero stanziati finanziamenti per la costruzione di case popolari. Nel 1939, Pavia subì importanti cambiamenti amministrativi con la soppressione del comune di Mirabello e il suo aggregamento alla città. La stessa città vide l’inaugurazione del nuovo Palazzo della Provincia, situato in Piazza Italia. Il 22 gennaio, il ministro Giuseppe Bottai inaugurò la statua della Minerva di Francesco Messina, un altro monumento di grande rilevanza per la città. Con l'ingresso dell'Italia nella Seconda Guerra Mondiale nel 1940, Pavia non fu al centro dei principali combattimenti, ma subì comunque gli effetti devastanti del conflitto. La città venne colpita dai bombardamenti alleati, che distrussero numerosi edifici e infrastrutture vitali. Il 4 settembre 1944, un grave bombardamento aereo colpì particolarmente Borgo Ticino, uno dei quartieri più caratteristici della città. In questo periodo, anche importanti strutture della città furono abbattute, come le arcate del Ponte dell'Impero e del ponte ferroviario. Il Ponte Coperto, simbolo della città, subì gravi danni e crollò definitivamente nel 1947, segnando una grave perdita per il patrimonio storico di Pavia. Il 27 aprile 1945, Pavia venne liberata. La Brigata partigiana Crespi entrò in città, segnando la fine dell'occupazione fascista. Nello stesso giorno, il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Pavia prese possesso della Prefettura, simbolo del ritorno alla libertà e alla democrazia per la città. Questi eventi segnarono la fine di un periodo difficile per la popolazione pavese e l'inizio della ricostruzione nel dopoguerra e la ripresa culturale. Nel dopoguerra, Pavia intraprese il difficile processo di ricostruzione. Nel 1946, nacque il C.U.S. Pavia (Centro Universitario Sportivo), un'istituzione che avrebbe avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle attività sportive in città. Nel 1948, la morte di Franco Vittadini, compositore e direttore d'orchestra di chiara fama, segnò la fine di una delle figure più illustri della cultura pavese. A lui sarebbe stato intitolato l'Istituto Musicale Pareggiato di Pavia, consolidando ulteriormente la tradizione musicale della città. Nel 1949, Pavia ospitò la prima edizione dell'Autunno Pavese, un evento culturale che divenne un appuntamento annuale fondamentale per la città. Questo evento rappresentò un momento di riscatto e di rinascita culturale, che mostrò come Pavia stesse lentamente tornando a essere un centro dinamico di cultura e arte dopo gli anni difficili del fascismo e della guerra.

Storia archivistica:

Le carte dell'archivio comunale dal 1941 al 1950 sono sempre state depositate presso il palazzo municipale in quanto, neanche a seguito dei lavori di ristrutturazione dello Stabilimento di belle arti Malaspina nel 1980 è stato possibile ricongiungere questa documentazione a quella antecedente ancora attualmente conservata presso la sede della biblioteca civica Carlo Bonetta. Per questi motivi non è mai stato possibile redigere un elenco o procedere alla redazione di un inventario dettagliato di questa documentazione che fino ad oggi è stata completamente inedita.